Scrisse Munthe ne La Storia di San Michele (1929) uno dei più grandi bestsellers internazionali dell’epoca. L’intenzione del medico svedese non era di crearsi una abitazione comoda, ma volle piuttosto realizzare un’architettura ariosa che permettesse ai suoi pensieri e alle sue emozioni di esprimersi sulle grandi questioni della vita. Nel terreno acquistato da Munthe si trovavano tracce di epoca romana. I reperti antichi fanno parte della sua collezione privata e provengono soprattutto dal continente; eppure, siano essi originali o copie di marmo e bronzo, hanno tutti la funzione di suscitare quello stato d’animo che Axel Munthe, stando alle parole del libro, desiderava evocare. Tra tutti, la figura più iconica è la sfinge egizia che dall’alto sorveglia l’isola di Capri.
Munthe acquistò anche le rovine del castello di Barbarossa con il terreno circostante, allo scopo di impedire la tradizionale caccia agli uccelli. Con il trascorrere degli anni, il castello di Barbarossa è diventato la stazione ornitologica di Capri, ed è sede di un centro di ricerca sugli uccelli migratori, nel quale operano ornitologi svedesi e italiani durante il periodo delle migrazioni primaverili.
Dal 1907 a Villa San Michele abitarono periodicamente gli ospiti e i pazienti di Munthe, tra i quali l’eccentrica ereditiera Luisa Casati Stampa, musa di tanti artisti e la prima performance artist del mondo. Nel 1917 la Villa divenne casa di convalescenza per i soldati inglesi feriti.