La proprietaria Loredana e suo figlio Matteo, bravissimo pizzaiolo, portano avanti l’attività restando aperti anche in inverno.
Cosa ci muove nell’affrontare le sfide di tutti i giorni? Indubbiamente le motivazioni che ci spingono a dare ogni giorno qualcosa in più sono tante; ma il vero carburante che alimenta le nostre azioni, quotidiane e non, è la passione. La storia di Loredana Ascione e della sua famiglia lo dimostra bene: il loro ristorante, il Donna Rachele, è diventato negli anni un vero punto di riferimento per la comunità di Capri e per chi di quest’isola, pur venendo da fuori, ha imparato ad apprezzarne la più intima e tradizionale essenza. Le abbiamo chiesto di raccontarci del suo lavoro in questa intervista.
Come e quando nasce il ristorante Donna Rachele?
“L’attività nasce nel 2010, ma in realtà affonda le radici in una storia ben più remota. I miei bisnonni dal lato materno infatti erano i proprietari di una delle più antiche locande di Anacapri, aperta verso la fine del 1800. La mia bisnonna si chiamava Rachele e il suo ristorante è stato attivo fino agli anni ‘70. Sull’orma di quell’esperienza, ho voluto creare il mio “angoletto” aprendo il ristorante di Capri e dedicandolo proprio alla mia antenata, che è stata per me fonte di ispirazione”.
Com’era il locale agli inizi e come è cambiato nel tempo?
“Donna Rachele nasce come vineria, dove gli avventori potevano trovare vino di vario genere e assaggiare degli stuzzichini. Poi, in maniera graduale, abbiamo aggiunto la parte della cucina, introducendo sempre nuovi piatti, e infine tra il 2018 e il 2019 è nata la pizzeria, con la quale abbiamo avuto un bel successo in questi tre anni”.
Parliamo allora proprio della vostra fantastica pizza. Chi c’è dietro a questo grande successo? E quali gusti vanno per la maggiore?
“Il pizzaiolo è mio figlio, Matteo Di Sanza. La sua è una storia particolare: dopo una laurea conseguita con il massimo dei voti, e aver approfondito le lingue straniere come il cinese, aveva cominciato a studiare per dei concorsi, ma poi è sopraggiunta la pandemia. Già nell’estate precedente aveva cominciato ad affiancare il pizzaiolo e ha cominciato a provare interesse per questo mondo; così, durante il lockdown, a casa ha iniziato a sperimentare facendo prove di impasti ed è riuscito a trovare uno sposalizio perfetto fra le dosi di lievito, farina e acqua, realizzando una pizza leggerissima. Così, dopo il primo lockdown, ha deciso di diventare il primo pizzaiolo, lasciando la carriera per cui aveva studiato, mosso da questa nuova passione che gli sta dando davvero grandi soddisfazioni.
Il suo cavallo di battaglia è indubbiamente la pizza Donna Rachele, con il cornicione ripieno di ricotta e polpettine e sopra il ragù alla bolognese con melanzane a funghetto, polpettine e scaglie di formaggio parmigiano. Poi la pizza fritta classica napoletana, proprio come quella che si mangia al Rione Sanità, con ricotta e cicoli; è davvero un grande successo, anche perché siamo gli unici a farla a Capri! L’impasto preparato da mio figlio è molto leggero, nonostante il fritto. Realizziamo anche il pane, solo su prenotazione, sempre con l’impasto della pizza, e le persone più anziane lo riconoscono come il vero pane di una volta”.
Passiamo invece alla cucina… Cosa proponete ai vostri clienti?
“Proponiamo molti piatti tradizionali della nostra cucina, ma anche qualcosa di rivisitato. Molto gettonato è il pignatello con polipetti alla Luciana, ricoperti con la pasta della pizza. In pratica quando arriva a tavola e si apre il coperchio del classico contenitore di coccio, si può intingere la pasta della pizza nel sugo. Oltre che con i polipetti, lo prepariamo anche con broccoli e salsiccia o con le polpette al sugo. Inoltre, realizziamo molti piatti a base di pasta fresca, come ravioli, gnocchi e scialatielli”.
E la vostra cantina? Cosa propone la vostra carta dei vini?
“In questo momento stiamo puntando molto sui vini campani. Vanno fortissimo anche i vini toscani, di cui abbiamo annate vecchie; vi è inoltre una buona varietà tra fini bianchi e rossi. Una peculiarità è che abbiamo sempre fin dall’inizio avuto l’abitudine di preparare dei taglieri di salumi e formaggio che si andavano ad accompagnare alla degustazione dei vini. Per prepararli, utilizziamo molti prodotti che provengono dal Cilento e dalla Calabria: abbiamo infatti sempre avuto come riferimento, fino all’insorgere della pandemia, 4-5 presidi slow food come il pomodoro San Marzano, il Pomodorino del Piennolo, le Alici di Menaica, il capocollo di Gioi…”.
Chi lavora al ristorante Donna Rachele?
“Ci siamo sia noi della famiglia, sia dei lavoratori esterni, un aiuto pizzaiolo fidatissimo e bravissimo, uno chef napoletano in cucina e un cameriere caprese. Gestiamo tutto fra di noi, e a volte anche mia mamma viene ad aiutarci, nonostante i suoi 84 anni! D’altronde, Rachele è anche il nome di mia mamma, quindi il ristorante è dedicato anche a lei”.
Quale location accoglie gli avventori?
“Nel locale non c’è nulla di moderno, per l’arredamento non abbiamo usato quasi in nessuna circostanza l’acciaio, solo in cucina. Per il resto il locale è completamente decorato con maioliche e legno di castagno. Dicono che è uno dei ristoranti più belli dell’isola, vicino alla storica piazzetta, in un vicoletto, con dei tavolini all’esterno posti sotto ad un’antica volta del paese. Abbiamo deciso di sfruttare così uno celebri “supportici” di Capri, piccole gallerie che collegavano palazzi antichi del 1700. Il locale è completato dalla cantina sottostante, ricavata da una vecchia cisterna”.
Da cosa deriva la scelta di restare aperti tutto l’anno, e cosa comporta in termini di lavoro e di politiche di gestione del locale?
“Uno dei motivi per cui abbiamo deciso di puntare sull’apertura annuale è perché, nonostante la nostra splendida location, non possiamo usufruire dello stesso panorama che hanno molti altri locali di Capri; personalmente spesso lavoriamo più in inverno che in estate! Offriamo una buona cucina e tutti i capresi vengono da noi, soprattutto per la pizza. Lavoriamo poi moltissimo con il servizio di asporto in alberghi, b&b… che facciamo da un paio d’anni, e che è andato forte anche per via della pandemia.
Quali sono i vostri progetti futuri?
“In questo momento sono fiera e felice del lavoro che già facciamo. La fiducia che hanno riposto nella nostra attività tante persone di Capri conta moltissimo per me; quello che facciamo non è proporre solo una buona cucina, ma creare un clima cordiale e di socialità, che il cliente sceglie proprio per l’ambiente sereno. Credo sia questo che ci distingue e che ci permette di fare la differenza, oggi come domani: che per noi il cliente è la cosa più importante, a prescindere se esso sia un turista o un caprese”.