Tantissimi geografi e scrittori, fin dal 1500, descrivendo le bellezze di Capri, isola di Tiberio, parlano di una grande e misteriosa grotta marina che si apriva nel tratto di costa meridionale di Capri, sottostante la Certosa di S. Giacomo.
Ma sono le dettagliate descrizioni nel 1701, del viaggiatore Joseph Addison, alla scoperta del Sud Italia, che ci fanno capire l’importanza geologica e la bellezza naturalistica di questo antro marino.
Lo scrittore inglese la chiama Oscura perchè è poco illuminata, nonostante che fosse larga un centinaia di metri. Il suo alto soffitto era costellato da centinaia di stalattiti, mentre dalle pareti s’ergevano bianche stalagmiti.
Nel 1808, pochi mesi prima della presa di Capri da parte delle truppe napoleoniche di Gioacchino Murat, una rovinosa frana, causata da un terremoto fece franare la torre della Certosa, che serviva d’avvistamento per le incursioni dei Saraceni, sull’accesso della Grotta Oscura.
D’allora, la misteriosa grotta non fu più visitabile. Alcuni anni fa, il CNR operò diverse perforazioni lungo il costone di roccia sottostante la Certosa per ritrovare la famosa grotta.
Purtroppo, tutti i tentativi sono stati vani. Molti storici hanno anche ipotizzato un collegamento tra il giardino della Certosa e il misterioso antro marino.
Fu la sua scomparsa che spinse il notaio Giuseppe Pagano, proprietario della Locanda Pagano, ad accompagnare lo scrittore August Kopisch e il pittore Ernst Fries alla scoperta di una grotta che i capresi chiamavano da secoli la Grotta di Gradola, o per il suo colore Grotta del Diavolo.
Il 17 agosto del 1826, fu scoperta la Grotta Blu che in seguito fu chiamata Azzurra. La Grotta Oscura fu anche una vera ossessione per il pittore Karl Diefenbach, che la rappresentò fantasticamente in molti dipinti come simbolo della Teosofia, religione dell’oscurità e della luce.
a cura di Renato Esposito