Grotta Azzurra

Usciti dal porto, dirigendosi verso Punta dell’Arcera, ci si imbatterà nelle prime grotte poco note, ma conosciute dalla maggior parte degli abitanti, come quella del Naso, del Faraglione e dello Sbruffo, così detto perché durante la risacca produce uno spruzzo d’acqua di lunga gittata. Ci si arriva così a quella più nota e famosa oramai in tutto il mondo, la Grotta Azzurra. Una cavità carsica, profonda una ventina di metri e lunga 60, che permette l’ingresso attraverso una fenditura nella roccia ad un metro dal livello del mare: per questo motivo l’entrata è possibile solo con condizioni meteo marine buone.

Scoperta Dal Pittore Tedesco Augusto Kopisch Nel 1826, Divenne Presto Una Fonte Di Ispirazione Per Scrittori, Musicisti E Poeti, Luogo Nel Corso Del Tempo Di Numerose Scoperte Archeologiche.

Appena entrati si è abbagliati da un azzurro intenso e da riflessi argentei, che dal fondale si stagliano sulla volta rocciosa e le pareti. È questo il motivo che ha portato la grotta ad essere nota come il “Duomo Azzurro” e lo scrittore David Foster Wallace a scrivere di “un blu oltre il blu più limpido che si possa immaginare”. Si tratta di un’esperienza così unica e mistica che tutti nel mondo almeno una volta nella loro vita vogliono vivere. Si pensa che in età romana fosse stata utilizzata come ninfeo marittimo: per questo, un cunicolo in fondo alla grotta, ha fatto supporre l’esistenza di un passaggio sotterraneo terrestre, con una villa augusto-tiberiana nella parte soprastante di Gradola, la così detta Villa di Gradelle. Per molti secoli la grotta fu temuta dagli isolani, convinti che il luogo fosse infestato da demoni e streghe, forse perché spaventati dalle ombre e i riflessi di molte statue ancora presenti all’interno e dal colorito azzurro collegato al maleficio e al diavolo.
A Partire Dal 1960 Nelle Sue Profondità Ci Sono Stati Importanti Ritrovamenti Archeologici, La Maggior Parte Dei Quali Sono Custoditi Nel Museo Della Casa Rossa Ad Anacapri.