L’amore del magnate tedesco Alfred Krupp per Capri si materializzò all’inizio del secolo ventesimo con l’acquisto di un ampio fondo agricolo che si estendeva dalla Certosa di S.Giacomo a Marina Piccola.
Il suo sogno era donare alla sua “Isola dell’Anima”, dove aveva ritrovato la felicità perduta. una strada che collegasse il centro di Capri con località Mulo dove aveva ancorato i suoi due bellissimi yacht Puritan e Maya.
Via Krupp, che lo storico dell’architettura Roberto Pane definisce ”un gioiello incastonato nella roccia” fu inaugurato nel 1902 anno in cui l’industriale fu nominato cittadino onorario di Capri.
Poco dopo scoppiò il cosiddetto “Scandalo Krupp” ( l’accusa era di aver organizzato orge nella Grotta di Fra Felice) e il clamore suscitato nel mondo costrinse Krupp ad abbandonare l’isola per sempre. Costruendo via Krupp sul progetto dell’Ing. Mayer il magnate tedesco riservò per se, per la sua quiete e per le sue letture, un “giardino d’inverno” dove fece piantare centinaia di piante grasse.
All’entrata collocò due monumentali leoni di marmo che attualmente si trovano sui belvederi sovrastanti ai giardini. Dopo la prima guerra mondiale i giardini furono chiamati Giardini d’Augusto e le piante grasse furono sostituite con fiori e arbusti della flora isolana.
Nel 1930 s’inaugurarono le terrazze sovrastanti per far godere ai turisti la spettacolare veduta sui Faraglioni, la baia di Marina Piccola con lo Scoglio delle Sirene ,e la montagna del Solaro. Nel 1970 nella piazzola adiacente ai giardini fu collocato un monumento della scultore Manzù dedicato a Lenin.
L’opera vuole ricordare le due visite che il rivoluzionario russo fece allo scrittore amico Maskim Gorky che soggiornava a Villa Blaesus ( attuale Villa Krupp) che s’affaccia sui giardini e sui Faraglioni.
In questa dimora lo scrittore russo, che visse a Capri sette anni, organizzò un famoso torneo di scacchi in onore di Lenin per cercare di far avvicinare i vari movimenti rivoluzionari. Chi vinse il torneo? Rimane uno dei misteri della storia di Capri.
a cura di Renato Esposito