Musica mistica
Il quadro, dal sottotitolo eloquente “Ragazzo morente”, trasmette l’impressione della debolezza e del dolore. In una stanza buia, su un semplice giaciglio, è raffigurato un ragazzino agonizzante che suona un violino. Al centro del dipinto domina l’enorme figura dell’angelo della morte che, con le ali distese, accoglie dolcemente nelle sue braccia il ragazzino. Accanto al suo letto c’è una sedia, sulla quale è posta una brocca d’acqua; poco dietro, dalla luce crepuscolare della stanza, compare un crocifisso.
Diefenbach vuole sottolineare la caducità della vita umana e il carattere frivolo ed effimero dell’esistenza. L’ultimo gesto del fanciullo, atteso dall’angelo della morte, è quello di suonare il violino, strumento in grado di innalzare l’anima stessa attraverso le sue vibrazioni. Egli “intona inizialmente la sua pena e la sua nostalgia verso la vita e dopo le lagrime e la sofferenza si trincera e si culla in sogni paradisiaci che aiutano la sua anima assetata a superare il momento.”
Così il Maestro descriveva l’opera in occasione della mostra di Villa Camerelle del 1903 ed aggiungeva: “Guai e disonore, bestemmia dell’umanità su di voi, che permettete questo strazio!”.
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