Lo storico locale meta del jet set caprese sa regalare momenti di divertimento a turisti e isolani senza alcuna distinzione
Si, la musica può davvero salvare una vita. Lo sapevamo già quando faceva da colonna sonora ai momenti più importanti delle nostre esistenze; durante l’emergenza sanitaria, quando siamo stati costretti all’isolamento, ne abbiamo avuto la conferma, perché è stata la musica a tenerci compagnia, a farci viaggiare con la mente e a tenere viva in noi la voglia di sperare in tempi migliori.
Ora però è tornato il momento di vivere appieno una delle sue funzioni principali, e cioè quella di generare esperienze che vanno vissute assieme: tornare a cantare a squarciagola sotto i palchi, a ballare al ritmo delle nostre canzoni preferite, tutti insieme uniti dalla voglia di divertirci e di condividere una passione.
L’Anema e Core a Capri è da sempre la location ideale per il concretizzarsi di questi desideri. Gianluigi Lembo, figlio del proprietario Guido e attualmente elemento importantissimo del cast artistico del locale, ci ha concesso una preziosa intervista per raccontare un pezzo fondamentale di storia caprese, che si prepara ad un nuovo, grande inizio.
Anema e core è ormai parte integrante dell’identità di Capri: un locale che, nei suoi anni di attività, è riuscito a rappresentare una meta fondamentale per la movida isolana. Ti va di ripercorrere insieme la sua storia?
“Tutto cominciò nell’aprile del 1994, quando mio padre, Guido Lembo, ebbe la felice intuizione di inaugurare un locale che andava fuori da tutti gli schemi. Allora le taverne a Capri erano tante, ma Anema e Core ha saputo creare quel giusto mix fra tradizione e modernità che ci ha resi unici nel mondo. Catturò quasi da subito l’attenzione di capresi, vacanzieri, habitué dell’isola, politici, personaggi dello star system. Negli anni il pubblico è diventato sempre più internazionale, ed il locale stesso è oggi simbolo dell’italian lifestyle all’estero. Quanto al repertorio musicale, anche quello si è evoluto negli anni: i classici della canzone napoletana sono da noi reinterpretati in chiave giocosa, alternati con le hit del momento. E’ un sound davvero speciale quello che ricreiamo live ogni sera, perché alla chitarra classica di Guido si è aggiunta quella elettrica, le percussioni, gli strumenti a fiato come il sax… Un ritmo unico, tutto Anema e Core”.
Qual è il rapporto del locale con l’isola di Capri? Che tipo di clientela lo frequenta?
“A noi non piace fare distinzioni di pubblico: il caprese ha diritto a divertirsi proprio come il turista. Da noi non esiste neanche un dress-code, come per la stragrande maggioranza dei club. Amiamo che il pubblico si senta a suo agio come meglio crede, senza la cravatta, la giacca, e perché no, anche scalzo. Capri ci ha dato tanto e noi proviamo a restituire all’isola e alla nostra comunità un luogo di intrattenimento dove, come dice una nostra canzone, “i pensieri si riposano”.
Sicuramente negli ultimi 10 anni abbiamo assistito ad una vera rivoluzione: il target internazionale è diventato preponderante, e forse i nostri amici stranieri restano ancora più rapiti dall’atmosfera e dall’energia del locale, dove tutto è molto spontaneo, cosa che non accade nei club di altri paesi”.
Ti va di raccontarci un aneddoto che ha coinvolto un cliente d’eccezione del locale?
“Come non citare l’arrivo a sorpresa di J.Lo, di qualche anno fa. All’inizio sembrava non volesse partecipare attivamente alla serata; assisteva restando al suo tavolo allo spettacolo live della band. In suo onore, le dedicai anche “Tu si na cosa grande”. Ma, quando sono partite le prime note di “Let’s get loud”, non ha resistito, ha chiesto un microfono ed è salita sui tavoli mettendo in piedi un vero show… è stato come essere ad un suo concerto! Un’emozione indescrivibile”.
Che impatto ha avuto il tuo ingresso prima come guest e poi come nuova voce dell’Anema e Core Band?
“Si può dire che sono cresciuto a “pane e taverna”; ho assistito al dietro le quinte del locale sin dai suoi esordi, quando mio padre mi chiamava sul palco a cantare hit come “Sono un ragazzo fortunato “ e “Il ragazzo della via Gluck”. Poi ho preso confidenza con la musica, ho studiato per diversi anni canto e chitarra, e mi sono sentito pronto ad affiancarlo. Vedere il pubblico dal palco, quando prima ero abituato ad accoglierlo alla porta o all’ingresso, è tutta un’altra storia. Ma mi sento ancora quel “ragazzo fortunato” degli anni ‘90, e cerco di divertirmi insieme alla band ed agli ospiti proprio come uno di loro”.
Vuoi raccontarci della tua partecipazione alla web serie targata Gin Mare? Come descriveresti questa esperienza? Qual è il valore aggiunto che pensi possa aver portato all’Anema e Core e all’isola di Capri?
“Mi piace portare l’anima di Capri a chi non la vive o non la conosce. L’idea che brand così rinomati la scelgano come meta per il loro set mi entusiasma, soprattutto quando, come è il caso di Gin Mare, si raccontano delle storie. Un’azienda è fatta soprattutto dalle persone che ci stanno dietro. Con Anema e Core abbiamo provato a raccontare in modo più intimo cosa rappresenta Capri per noi”.
Puoi anticiparci qualcosa in merito al prossimo tour invernale dell’Anema e Core band?
“Toccheremo tante mete nazionali ed estere: penso alle partnership ormai consolidate con l’Armani di Milano o il Twiga di Montecarlo, o lo Jerò a Roma. Senza dimenticare gli affezionatissimi amici di Rosolino a Napoli, o le tappe in Puglia, regione a cui siamo molto legati”.
Quali differenze ci sono nell’esibirsi come guest in locali sul territorio nazionale e all’estero e nel “giocare in casa” per l’estate caprese?
“Andare altrove significa portare un po’ di Capri nelle case degli altri; è bellissimo viaggiare per lavoro, anche se molto stancante. Lavorare nel posto in cui sei nato e cresciuto è un privilegio per pochi, ma anche una grande responsabilità. La musica è vita, aggregazione, condivisione, e mai come in questo momento è importante riuscire a trasmettere valori positivi”.