Scopriamo assieme al proprietario Luigi le novità negli ambienti del locale e l’attenzione riservata da sempre alla genuinità dei prodotti.
La vita su un’isola come Capri è innegabilmente condizionata dall’alternarsi delle stagioni. D’estate la frenesia e il brulicare dei turisti che animano le stradine del centro storico e le spiagge lo rendono un luogo di incontro fra persone di varie culture e nazionalità; d’inverno al contrario tutto si calma, ed è forse in questi momenti, in cui il tempo sembra sospeso, che l’atmosfera di Capri può essere davvero colta in tutta la sua essenza.
Se in questi mesi molte delle attività di ristorazione dell’isola preferiscono chiudere i battenti, altre invece scelgono di restare aperte, consapevoli che anche chi vive sull’isola tutto l’anno ha diritto a momenti di spensieratezza e convivialità. Abbiamo intervistato Luigi, proprietario de La Piazzetta, uno di quei ristoratori che ha deciso di offrire i suoi servizi a Capri anche d’inverno.
Ci racconti come nasce la vostra attività e come si è trasformata nel tempo?
“Il nostro ristorante nasce 21 anni fa, nel 2000, quando mio padre lo rileva dalla precedente gestione. E’ un’attività a conduzione familiare, ci lavoriamo io, mio padre e a volte ci dà una mano anche mamma. Prima di aprire questa attività, mio padre lavorava sempre nell’ambito della ristorazione, dirigendo lo stabilimento La Canzone del Mare.
Una nostra peculiarità è quella di aver deciso di restare aperti tutto l’anno: questo perché ci rivolgiamo non solo ai turisti, ma anche a chi vive sull’isola. L’ultimo anno infine è stato particolarmente importante per noi, in quanto abbiamo deciso di apportare un importante restyling”.
Com’è lavorare ogni giorno in una location così unica come quella di Marina Piccola, proprio di fronte ai famosissimi faraglioni?
“E’ sicuramente un privilegio per noi. Anche in giornate di pioggia, il panorama è splendido e riempie gli occhi di chi cena ai nostri tavoli di meraviglia. Si respira aria pulita, e la clientela apprezza molto. Inoltre, essendo il locale situato nella zona di Marina Piccola, a sud, i venti freddi non battono qui, si può fare il bagno quasi tutto l’anno e quando c’è il sole si può stare anche in dicembre a maniche corte”.
Come ci hai anticipato, il 2021 è stato un anno importante, occasione di restyling del vostro locale. Quali sono state le modifiche apportate? Quali i nuovi punti di forza?
“Abbiamo approfittato del fatto che un negozio di costumi a noi adiacente ha deciso di chiudere e l’anno scorso abbiamo acquistato il locale per unirlo al nostro. Attualmente dunque il ristorante si avvale di 3 piani, divisi nella zona bar, una saletta per l’inverno e la terrazza. Inoltre il restyling non è concluso: questo inverno eseguiremo dei lavori proprio in terrazza.
Dopo questi importanti ammodernamenti non è rimasto praticamente nulla di vecchio: abbiamo ampliato la sala per avere dei posti in più; inoltre, abbiamo avuto accesso al suolo pubblico adiacente al locale acquistato, così da poter aumentare il numero di sedute esterne e ottenere 30 nuovi coperti. I dettagli degli interni sono adesso molto più curati; inoltre abbiamo ricavato una cantina di vini a vista con 300 etichette, tra bollicine come champagne e franciacorta, vini francesi, rossi e molto altro. In sintesi, credo che i punti di forza di questo restyling siano l’aver acquisito una grande luminosità e maggiore spazio, oltre all’aver optato per colori molto estivi e freschi negli interni, dal bianco al malva fino al celeste”.
Raccontaci il vostro menù. Quali sono i vostri cavalli di battaglia?
“Rivolgendoci ad una clientela locale, anche in inverno puntiamo nel nostro menù su piatti semplici e genuini: sono lavoratori o comunque persone che vengono da noi anche 3 o 4 giorni alla settimana, e che hanno il desiderio di mangiare come a casa. Inoltre, avendo principalmente un pubblico di clienti affezionati, stiamo ben attenti a proporre sempre piatti diversi.
I nostri piatti forti, inutile dirlo, sono quelli realizzati con prodotti del nostro mare: diversi pescatori del posto, se il tempo lo permette, ci riforniscono di pesce fresco che utilizziamo nella nostra cucina. Altra punta di diamante sono le paste fresche, preparate in casa dal nostro chef, come scialatielli, tagliolini e ravioli. Vale la pena menzionare i nostri ravioli di mare con ricotta di bufala, gamberi, salsa di datterini gialli e rossi; i fiori di zucca con vongole, asparagi e gamberi; gli gnocchi fatti in casa con pesto e gamberi; lo spaghettone con calamari, pomodori secchi e pane raffermo; lo spaghettone con cozze e peperoncini verdi. E questa è solo una parte del nostro ricco menù… ce n’è per tutti i gusti!”.
Ci presenti il vostro chef?
“In realtà nella nostra cucina lavorano due cuochi, e non facciamo distinzione tra primo e secondo chef; semplicemente, uno si occupa dei primi piatti, l’altro di secondi e antipasti. Sono Antonio Improta, che collabora con noi ormai da una decina d’anni, e Carlo Esposito, subentrato 4 anni fa”.
Quanto è importante la stagionalità e la genuinità del prodotto nella vostra cucina e nel vostro menù?
“Per noi sono aspetti fondamentali: preferiamo dire che il prodotto non è disponibile, piuttosto che proporlo non fresco, anche perché avendo una clientela maggiormente caprese è sicuramente molto esigente e sa riconoscere un ingrediente genuino”.
Qual è il legame della vostra cucina con il territorio?
“Credo che la nostra cucina possa riconoscersi in quella tradizionale caprese specialmente nella freschezza del prodotto. Uno fra tutti, l’olio che utilizziamo, proveniente da contadini che conosciamo personalmente e che siamo sicuri realizzino un prodotto genuino. Per il resto, a noi e ai nostri chef piace spaziare molto: passiamo dai frutti di mare alla carne, basandoci anche un po’ sulle richieste dei clienti”.
Come mai la scelta di restare aperti tutto l’anno? E cosa comporta privilegiare la clientela locale a quella dei turisti?
“Abbiamo deciso di restare aperti perché non ci piace l’idea di vedere Capri ferma per 6 mesi, né di avere un cambio repentino dal troppo lavoro al nulla. Inoltre vogliamo anche dare la possibilità al caprese di mangiare bene durante l’anno. Personalmente, credo che avere a che fare con il cliente locale sia molto più soddisfacente: preferisco il rapporto che si instaura con un isolano, perché a differenza del turista che torna l’anno seguente, lui puoi incontrarlo anche per strada, scambiarci una conversazione o anche semplicemente un sorriso”.