I Capolavori della Chiesa
Siamo giunti alla parte finale del nostro percorso e ci troviamo nella chiesa del monastero, di tipico impianto gotico. La chiesa è dedicata a San Giacomo, detto il Maggiore, fratello di Giovanni e figlio di Zebedeo e di Salomè, protettore di pellegrini, viandanti, cavalieri e soldati.
Costituita da un’unica navata coperta da tre volte a crociera raccordate da archi ogivali, la chiesa fu affrescata tra il 1699 ed il 1710 da Diodato Vespiniani e Francesco Mottola, allievi di Francesco Solimena e Luca Giordano, che ben rappresentarono la pittura del barocco napoletano.
Guardando all’altare, basta alzare gli occhi per ammirare l’affresco principale dell’abside che raffigura, in alto, la Trinità con una schiera di angeli e santi ed in basso San Bruno che appare in sogno al conte Ruggero II d’Altavilla durante l’assedio di Capua. La leggenda, a cui si riferisce l’affresco, vuole che il Santo apparve in sogno a Ruggiero II durante l’assedio di Capua, per avvertirlo della congiura tramata contro di lui da Sergio, ufficiale di origine greca, corrotto da un principe longobardo che tentò di tradire i Normanni durante l’assedio della città nel 1098. Nell’affresco della chiesa si riconoscono, infatti, al centro di un accampamento militare, il conte Ruggero II, identificabile per la corona a destra, e San Bruno ritratto nella tipica veste certosina, con la cocolla bianca. Sullo sfondo è visibile la città di Capua.
Sulle pareti laterali della navata sono raffigurati gli Apostoli, identificabili grazie ai loro caratteristici attributi iconografici. Sulla sinistra si riconoscono: Tommaso, Giacomo Minore, Matteo e Giacomo Maggiore. Sulla destra: Mattia, Simone Zelota, Taddeo, Bartolomeo e Giovanni. Sulla volta e nei pennacchi, invece, sono visibili alcune figure di Profeti, tra cui Zaccaria e il Re Davide.
Le cappelle laterali sono decorate da episodi della vita di San Giacomo (Vocazione di San Giacomo, Trasfigurazione di Cristo, Decapitazione di San Giacomo, Gesù consegna il calice a Maria Maddalena) e di San Bruno (San Bruno nella Curia pontificia, San Bruno rifiuta l’arcivescovado di Reggio Calabria per poter proseguire l’esperienza eremitica, Dal sepolcro di San Bruno in Calabria scaturisce una fonte miracolosa).
Le pareti della chiesa sono arricchite dalle tele settecentesche di Nicola Malinconico Napoli (1663-1721). Tra esse suscita particolare interesse L’Adorazione dei magi per la presenza di una donna africana al posto del moro Baldassare, nell’atto di donare alla Vergine un libro, dono di un sapere “altro”. Le altre tele, in cornici mistilinee, sono opere del secondo decennio del XVIII secolo e raffigurano sulla parete sinistra i profeti Elia, Geremia, Abramo e Davide, e sulla parete destra i Santi Zaccaria, Corrado di Baviera e Giovanni Evangelista.
Dirigendoci verso l’uscita, possiamo ammirare l’affresco della controfacciata dove San Giacomo è raffigurato come “Matamoros” (Ammazzamori) durante la battaglia di Clavijo (844) combattuta dalle truppe cristiane contro i musulmani. Nell’affresco il Santo, raffigurato come cavaliere in armatura, è posto al centro della scena mentre scaccia i Saraceni. In basso compare la data 1699 e in alto, tra finti stucchi, è dipinto lo stemma dei certosini, il monogramma d’oro CAR (Carthusia), sormontato da una corona, elemento importante che definisce il monastero caprese Real Certosa.
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